La top 10 dei record d'asta prima del Salvator Mundi
Investire in Arte Contemporanea
Da sempre i dibattiti che si consumano nei salotti culturali considerano demistificante l’assimilazione dell’arte a un suo relativo mercato, tuttavia essa non esisterebbe se non ci fosse un’economia che la sostiene.
Il rapporto tra mercato dell’arte e storia dell’arte e quello tra artista e mecenate ha subito notevoli cambiamenti nei secoli. Per dimostrarlo mi cimenterò in un brevissimo excursus storico: solitamente un artista per dichiararsi tale doveva essere acclamato dalla critica e dalle istituzioni, solo allora si poteva avere un riscontro sul mercato; negli ultimi anni, al contrario, i collezionisti, le gallerie e le case d’asta hanno creato dei veri e propri casi (cfr. Damien Hirst, Francesco Vezzoli…) che solo successivamente hanno trovato riscontro nei musei e nei luoghi deputati all’arte. Allo stesso modo, il ruolo dell’artista è sempre stato legato a quello di un mecenate che commissionava l’opera e ne finanziava la realizzazione, ma fu così solo fino alla fine del Settecento, quando l’appassionato sostenitore della Rivoluzione Francese, il pittore neoclassico David, dipinse la grande tela storica de “Le Sabine”. Con quest’opera David voleva mandare un messaggio di pace ai suoi connazionali e per diffonderlo, espose il dipinto al Louvre permettendo a chiunque di vederlo, semplicemente acquistando un biglietto. Quest’avvenimento segna il cambiamento del mercato dell’arte come oggi lo conosciamo.
L’evoluzione che ha subito il ruolo dell’artista e la storia dell’arte, non solo ha dato una notevole spinta al mercato, ma ha anche permesso la nascita di figure professionali che in questo mercato interagiscono, permettendo la creazione di alcuni “miti” economici intorno all’arte. A questo proposito riportiamo di seguito la top 10 dei risultati record nelle aste d’arte moderna e contemporanea:
1. I giocatori di carte (1892-93), Paul Cezanne $ 250 mlm (adj. $ 254 mlm) 2011
2. No. 5 (1948), Jackson Pollock $ 140 mln (adj. $ 159,5 mln) 2006
3. Woman III (1953), Willem de Kooning $ 137,5 mln (adj. $ 156,5 mln) 2006
4. Ritratto di Adele Bloch-Bauer I (1907), Gustave Klimt $ 135 mln (adj. $ 152,6 mln) 2006
5. Ritratto del Dr. Gachet (1890), Vincent van Gogh $ 82,5 mln (adj. $ 146,5 mln) 1990
6. Trittico di Lucien Freud Francis Bacon $ 142 mln 2013
7. Bal du mulin de la Galette (1876) Pierre-Auguste Renoir $ 78,1 mln (adj. $ 138,7 mln) 1990
8. Ragazzo con Pipa (1905), Pablo Picasso $ 104,2 mln (adj. $ 126,4 mln) 2004
9. L’Urlo (1895), Eduard Munch $ 119 mln 2012
10. Nudo, foglie verdi e busto (1932), Pablo Picasso $ 106,5 mln (adj. $ 112 mln) 2010
I risultati record che vengono fatti nelle aste dagli artisti contemporanei sembrano qualcosa che appartiene ad un élite milionaria (certo questo non posso negarlo), ma siamo sicuri che solo i Paperoni mondiali possano investire in arte?
E’ palese dire che ad un grande investimento corrisponde, solitamente, un minore rischio. Tuttavia l’arte contemporanea permette di puntare, con investimenti non eccessivi, su giovani artisti emergenti. Il rischio che il collezionista si assume è maggiore? Probabilmente la risposta istintiva di ognuno di noi sarà un secco:”si!”. Non è detto che sia così. Ovviamente acquistare opere di giovani artisti permette di fare, la maggior parte delle volte, un investimento economicamente più contenuto, per cui il capitale che si “rischia” è sicuramente minore rispetto all’acquisto di opere di nomi noti. Una caratteristica importantissima del mercato dell’arte è, inoltre, quella di permettere al collezionista stesso di fare il bene dell’artista (prestando l’opera per esposizioni, chiedendo pareri di critici ed esperti, facendola entrare in importanti collezioni), aumentando il valore dell’opera. Un po’ come quando si compra una casa, ristrutturandola la rendiamo più bella e aumentiamo il suo valore sul mercato.