Giorgio De Chirico (1888-1978) nacque in Grecia da genitori italiani.
All’età di 18 anni si trasferì a Monaco, in Germania, dove venne a contatto la cultura tedesca più viva del momento: Nietzsche, Schopenhauer e Weininger e fu molto colpito dalla pittura simbolista e decadente di Arnold Böcklin e Max Klinger. Qualche anno dopo si trasferì a Parigi dove divenne amico dei poeti Valery e Apollinaire, rimanendo tuttavia estraneo al Cubismo di Braque e Picasso.
Nel 1916 De Chirico incontrò Carrà, il loro sodalizio artistico portò alla nascita della pittura metafisica. Il termine metafisica indica una realtà che supera lo spazio, che va oltre quello che le nostre esperienze ci hanno insegnato. La realtà diventa un enigma, un mistero inspiegabile.
In questa fase della ricerca di De Chirico, oltre alle Piazze d’Italia, luoghi architettonici carichi di simboli; subentrano i manichini, una forma che imita l’umano, ma che umana non è a causa dell’assenza di vitalità, concetto cardine della pittura metafisica.
Negli ultimi anni della sua vita De Chirico si concentrò su soggetti archeologici e mitologici, sempre reinterpretandoli in chiave Metafisica.
Morì a Roma nel 1978, all’età di novant’anni.