Silvia Giambrone (Agrigento, 1981). Attraverso l’utilizzo di diversi linguaggi – performance, installazione, scultura, suono, video – il lavoro di Silvia Giambrone esplora il tema del corpo, quale luogo di relazione, contatto e scontro fra gli individui, con una particolare attenzione alle forme più sotterranee di assoggettamento. Traccia tangibile di questi rapporti sono gli oggetti, che acquisiscono la valenza di veri e propri simulacri degli aspetti più nascosti delle dinamiche relazionali. L’artista, infatti, ritiene che sia l’intimitá il terreno su cui si radicano le forze più misteriose di ogni individuo. A fare da contraltare ad essa vi è la violenza - nell’accezione più ampia e articolata del termine - che si concretizza sia sotto forma di linguaggio sia di azione. La possibilità di assoggettamento alla violenza è insita nell’uomo e trova talvolta terreno fertile nella dimensione domestica, lo spazio di relazione che l’artista predilige approfondire. Nonostante le forti tematiche che l’artista affronta, il lavoro della Giambrone non risulta mai disturbante e presenta un carattere poetico, che induce ad instaurare una relazione profonda con le opere stesse.